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Trastevere Sotterraneo

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  • Roma Sotterranea
  • Auricolari Consigliati
  • Durata: 3h
  • Visita Individuale
  • Visita per Gruppi

Descrizione

Trastevere sotterraneo: l’area archeologica sotto Santa Cecilia, l’Excubitorium della VII coorte dei vigili e l’area archeologica sotto San Crisogono.

Sotterranei di Santa Cecilia

Iniziamo il nostro percorso dalla visita degli ambienti sotterranei della basilica dedicata a Santa Cecilia, messi in luce durante i lavori di restauro eseguiti alla fine del XIX secolo. Si tratta di resti di edifici di epoca romana tradizionalmente interpretati come la dimora di Valeriano, lo sposo di Santa Cecilia.

É il luogo dove, secondo la tradizione, Cecilia fu martirizzata nel 230 d. C. e che fu trasformato in titulus prima del V secolo. Visiteremo una serie di ambienti la cui fase più antica risale all’età repubblicana, con muri realizzati in opera quadrata di tufo ed in opera reticolata. Le fasi edilizie successive sono varie, datate tra il II e il IV secolo d.C., realizzate in opera laterizia. Si conservano lacerti di pavimenti in mosaico ed un rilievo con la raffigurazione di Minerva, relativo probabilmente al Larario dell’abitazione, prima della sua trasformazione in luogo di culto cristiano.

Tra gli ambienti ne spicca uno di dimensioni maggiori, caratterizzato dalla presenza, al livello del pavimento, di otto vasche cilindriche realizzate in laterizio, interpretate o come luogo di conservazione di derrate alimentari o, più probabilmente, come vasche usate per la concia delle pelli. Del resto tutta la Regio XIV Trans Tiberim, era caratterizzata dalla forte presenza di edifici destinati alle attività manifatturiere, artigianali e commerciali di molte persone di ceto medio basso, spesso di origine orientale, che vivevano ed operavano in quest’area, perché prossima al porto fluviale.

Excubitorium della VII coorte dei vigili

Proseguiamo la nostra passeggiata fino ad arrivare a Via della Settima Coorte dove al civico n. 9 troviamo l’ingresso all’area archeologica dell’Excubitorium.

Questo edificio, situato ad 8 metri di profondità rispetto al livello della strada, fu indagato tra il 1865 e il 1866 durante una serie di lavori pubblici che interessarono l’area circostante. Subito fu chiara l’interpretazione dell’edificio in opera laterizia che si andava delineando: grazie a numerosi graffiti individuati sugli intonaci degli ambienti che citavano la “VII Coorte dei Vigili” gli archeologi capirono che si trattava del distaccamento della suddetta coorte, che doveva avere la sua sede principale nel Campo Marzio.

Secondo la divisione augustea i suoi vigili si occupavano del controllo del territorio e della sicurezza, oltre che della prevenzione e dello spegnimento degli incendi, nella IX e nella XIV regione. Probabilmente una porzione di un edificio privato del II secolo d. C. era stata destinata ad uso pubblico come excubitorium. Purtroppo negli anni si perse interesse verso questo monumento che subì una sorta di abbandono a scapito soprattutto delle decorazioni. Solo nel 1966 fu finalmente fornito di copertura adeguata e fu monumentalizzato.

Scendendo ci si trova in una grande aula al cui centro è collocata una vasca di forma esagonale. Intorno all’aula si trovano una serie di ambienti, alcuni dalla incerta interpretazione, il più notevole dei quali è stato identificato come larario: passando attraverso un arco realizzato nella parete meridionale, si entra nel luogo di culto comune dedicato al Genius excubitorii della caserma, come ricordato da molte iscrizioni graffite sugli intonaci, ormai purtroppo andate perdute durante la fase di abbandono successiva agli scavi.

Sotterranei di San Crisogono

La nostra ultima tappa sarà la visita dei sotterranei della chiesa di San Crisogono, relativi al primo impianto della basilica paleocristiana, indagati agli inizi del XX secolo.

Un titulus dedicato a San Crisogono, il cui culto fu importato da Aquileia, fu impiantato qui agli inizi del V secolo, riutilizzando un ambiente preesistente di un’ insula di II-III secolo d.C. e realizzando un navata lunga circa 30 metri con un innalzamento del livello pavimentale precedente, a causa dell’annoso problema relativo alle inondazioni, che sempre hanno reso problematico l’utilizzo della prima basilica, vista la sua vicinanza al Tevere.

Nella seconda metà del V secolo d.C. fu realizzato un ampliamento in lunghezza del presbiterio, con la realizzazione di un’abside e due ambienti laterali: una sacrestia ed il battistero impiantato sopra una precedente fullonica. Alla successiva sistemazione, datata tra il VI e VII secolo, solo relative anche le decorazioni pittoriche più antiche di cui restano solo alcuni lacerti sul lato meridionale e che rappresentavano scene del Nuovo e del Vecchio Testamento; sono presenti anche porzioni di un velum, un finto tendaggio che doveva correre lungo l’ordine inferiore dell’ affresco.

Il più poderoso intervento di restauro, sempre per rimediare ai frequenti problemi causati dagli allagamenti, viene datato all’VIII secolo ed è attribuito a papa Gregorio III. Venne rialzato il presbiterio, fu realizzata una crypta anulare per la custodia delle reliquie dei Santi Martiri Crisogono, Anastasia e Rufino, e fu dipinto un nuovo ciclo pittorico, che vede protagonisti gli stessi santi in alcuni affreschi conservati sul lato sinistro del corridoio centrale.

Sempre della stessa epoca sono una serie di clipei dipinti con ritratti di santi, a testimoniare l’allontanamento della Chiesa di Roma per volere di Gregorio III, dagli indirizzi iconoclastici della chiesa d’Oriente. É infatti questo il periodo in cui molti monaci bizantini trovarono rifugio a Roma.

L’ultimo grande intervento, che vide un rifacimento della decorazione pittorica, è databile all’ XI secolo, eseguito per volere di papa Stefano IX: sulla parete nord vennero dipinti episodi della vita dei Santi Benedetto, Silvestro, Placido e Pantaleone in sostituzione della precedente serie di clipei. Una delle scene meglio conservate testimonia un momento importante di cambiamento per la pittura romana: ritrae San Benedetto che guarisce un lebbroso; qui il linguaggio pittorico assomiglia molto a quello degli artisti che, più o meno nello stesso periodo, operarono nella basilica inferiore di San Clemente, realizzando i celebri cicli dedicati allo stesso e a Sant’Alessio.

Gli impianti sotterranei di San Crisogono furono utilizzati fino al 1124 quando, a causa di cedimenti del terreno e di continui allagamenti, si decise di realizzare una nuova costruzione al livello dell’attuale.


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