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Parco archeologico di Gabii

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  • Provincia di Roma
  • Auricolari Consigliati
  • Durata: 3h
  • Visita Individuale
  • Visita per Gruppi

Descrizione

Visita al parco archeologico di Gabii

L’area archeologica dell’antica città di Gabii si trova a circa 20 chilometri da Roma, al XII miglio della Via Prenestina antica che nel primo tratto veniva chiamata anche via Gabina; si trova sul ciglio meridionale del cratere di Castiglione, un corpo eccentrico del complesso dei Colli Albani occupato sino alla fine del XIX secolo da un lago di origine vulcanica noto come “lacus Buranus o Sanctae Praxedis” o ancora come lago di Castiglione.
L’antica Gabii vede la nascita di Roma, insieme ad altri centri laziali quali Tibur (attuale Tivoli) e Praeneste (attuale Palestrina) e si annovera tra le città che controllavano la bassa valle dell’Aniene e gli accessi alle valli del Sacco e del Liri, assumendo un ruolo di grande importanza del territorio del Latium Vetus. La vita dell’insediamento inizia nel IX secolo a.C.. La leggenda vuole che subito prima della fondazione di Roma, I mitici gemelli Romolo e Remo abbiamo appreso la scrittura proprio a Gabii. In seguito Gabii diventa una colonia di Alba Longa e finisce sotto il dominio di Roma dopo la battaglia del lago Regillo (496 a.C.).

Dopo la conquista romana, Gabii conobbe un breve periodo di splendore, all’inizio dell’impero essa decadde per non più risollevarsi; per la verità, ebbe un periodo di recupero in età Adrianea, ma poi il declino riprese, anche se alla fine dell’Impero si trovò ad essere Sede Vescovile. Dopo le distruzioni (definitive) di Goti e Longobardi, nell’ VIII secolo la sede episcopale fu spostata a Tusculum.

I resti di Gabii oggi

Della Gabii fiorente dell’età repubblicana rimangono poche vestiglia: il Tempio di Giunone Gabina è l’elemento più evidente mentre diversi altri resti (del Foro, Acropoli, Teatro) sono stati scavati, ma poi reinterrati.
Il colore scuro del tempio di Giunone e degli altri resti affioranti è dato dal locale tufo (detto pietra gabina o pietra sperone) che fu molto usato nelle costruzioni della città di Roma. Questo materiale era ritenuto ignifugo tant’è che a Roma un alto muro di questa pietra nera è visibile nel Foro di Augusto (alla destra del Tempio di Marte Ultore) eretto a protezione del sacro luogo dagli incendi della Suburra. Si ritiene a ragion veduta che proprio la pregiatezza di questo materiale abbia finito col provocare la quasi scomparsa di Gabii antica, diventata una comoda cava del prezioso materiale.
Poco lontano da Gabii si trova la località di Ponte dell’Osa dove negli anni ’70 del XX secolo è venuta alla luce una grandissima necropoli protolaziale (sec. IX – VI a.C.) collegata alle prime fasi di esistenza di Gabii (i reperti sono nella Sezione di Protostoria del Museo delle Terme di Diocleziano).


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