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Musei Vaticani, Stanze di Raffaello e Basilica di San Pietro

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  • Vaticano & Roma Cristiana
  • Auricolari Consigliati
  • Durata: 4h
  • Visita Individuale
  • Visita per Gruppi

Descrizione

Visita della Città del Vaticano

Durata della visita: 3 ore

Musei Vaticani

Musei Vaticani si trovano all’interno dello Stato della Città del Vaticano. Sono una delle raccolte d’arte più grandi del mondo, dal momento che espongono l’enorme collezione di opere d’arte accumulata nei secoli dai Pontefici. L’origine dei Musei può essere fatta risalire all’acquisto da parte di papa Giulio II del magnifico gruppo marmoreo del Laocoonte, trovato nel 1506 sull’Esquilino. Il Papa lo espose insieme ad altri capolavori nel Cortile delle Statue, detto poi Cortile Ottagono. A realizzare una vera esposizione concepita per il pubblico pensò in seguito Clemente XIV (1769-1774), il cui progetto fu completato da Pio VI (1775-1799), con la realizzazione del Museo Pio-Clementino. Proseguì Pio VII (1800-1823) ad arricchire le collezioni di scultura antica con il Museo Chiaramonti, a cui volle aggiungere il Braccio Nuovo e la raccolta epigrafica della Galleria Lapidaria. Successivamente Gregorio XVI (1831-1846) fondò il Museo Etrusco, il Museo Egizio e il Museo Profano Lateranense.

A quest’ultimo fu aggiunto nel 1854 il Museo Cristiano da Pio IX e infine nel 1910 il Lapidario Ebraico sotto il pontificato di Pio X. Queste ultime tre raccolte sono visibili al pubblico dal 1970, in un edificio appositamente eretto in Vaticano. Inoltre, tra le tante collezioni non inserite nel nostro percorso, citiamo la Pinacoteca Vaticana, che è ospitata in un apposito edificio inaugurato nel 1932, e che comprende grandi capolavori dei nostri maestri tra il XII ed il XVIII secolo, il Museo Missionario Etnologico, il Museo delle Carrozze ed il Museo della Biblioteca Vaticana.

Varcato l’ingresso su Viale Vaticano, realizzato per il Giubileo del 2000 quale ampliamento di quello esistente dalla firma del Patti Lateranensi, ci dirigeremo all’Atrio delle Corazze e poi nel neoclassico Atrio dei Quattro Cancelli, ingresso ai Musei nel Settecento. Ammirata a sinistra la monumentale Scala del Simonetti, monumentale ingresso al Museo Pio Clementino, lo visiteremo iniziando con l’attraversare il Cortile della Pigna, estremità settentrionale del rinascimentale Cortile del Belvedere, che prende il nome dalla colossale scultura bronzea di epoca romana.

Rientreremo negli edifici per salire verso il Vestibolo Quadrato, non prima di aver gettato lo sguardo verso la galleria del Museo Chiaramonti, allestita dal Canova con centinaia di sculture di ogni genere! Saremo dunque di fronte all’Apoxiomenos, capolavoro di Lisippo, tradotto nel marmo da un copista romano, nel gesto di detergersi. Nel Cortile Ottagono, oltre al già citato Laocoonte, potremo ammirare lo slancio dell’Apollo del Belvedere, tra le tante statue ispiratrici di Michelangelo ed il Perseo del Canova. Torneremo al chiuso, oltre le Sale degli Animali e la Sala delle Muse al cui centro è collocato il celeberrimo Torso del Belvedere, del quale Michelangelo si dichiarò “discepolo”, per l’ispirazione che ne trasse.

Ammireremo tra tanti il colossale Eracle in bronzo nella Sala Rotonda, pavimentata con magnifici mosaici policromi romani, riadattati. Finiremo in quello che era l’ingresso monumentale all’epoca di Pio VI, cioè la Sala a Croce greca, costruita per ospitare i monumentali sarcofagi in porfido, usati per le sepolture di Costanza e di Sant’Elena.

Salita la seconda rampa della Scala Simonetti, si giungerà con la Sala della Biga sulla destra, alle Gallerie Superiori: entreremo nella Galleria dei Candelabri, nome derivante dai candelabri posti ai lati delle arcate che ne scandiscono le sette sezioni, ricca di sculture delle più varie tipologie, tra cui una copia adrianea della Artemide Efesina, con i suoi simboli di potenza e fecondità. Passeremo alla Galleria degli Arazzi, decorata con la serie della Scuola Nuova, manufatti eseguiti su cartoni degli allievi di Raffaello e la seicentesca serie della Vita di Urbano VIII Barberini. Poi rimarremo colpiti dall’originalità della Galleria delle Carte Geografiche, che con i suoi 120 metri di lunghezza e le sue 40 mappe, è una dedica voluta da papa Gregorio XIII (1572-1585) all’intero territorio italiano. Al termine finalmente potremo accedere alla Cappella Sistina.

Cappella Sistina

Prende il nome da Sisto IV (1471-1484), che volle una ristrutturazione del Palazzo Pontificio allo scopo di porvi una nuova Cappella Palatina. Tra le funzioni che ancora vi si svolgono la più celebre è il Conclave. Il suo semplice ma poderoso impianto, conserva parte della decorazione originale eseguita da una equipe di pittori, a capo di varie scuole, quali il Perugino, Sandro Botticelli, il Ghirlandaio e Cosimo Rosselli, che eseguirono nella fascia centrale delle pareti episodi della vita di Mosè e di Cristo. Ma resteremo in estasi per le decorazioni eseguite da Michelangelo sulla volta, la cui partitura esalta le scene dedicate alla Genesi, ed infine per il vorticoso e affollato Giudizio Universale, eseguito circa dopo ventidue anni, sulla parete dell’altare, dalla quale entreremo. Prima di uscire, rivolgeremo un ultimo sguardo alla volta, dove primeggia Adamo, coprotagonista dell’attimo in cui lo spirito vitale passa dal Creatore alla creatura.

Basilica di San Pietro

Usciremo dalla porta che ci condurrà sulla Scala Regia e poi verso l’esterno della Basilica di San Pietro, la cui visita chiuderà il nostro itinerario, conducendoci nel luogo d’origine dell’intero complesso del Vaticano, la sepoltura dell’Apostolo Pietro, che divenne il fulcro su cui fu eretta la prima basilica per volere di Costantino, compiuta nel 349. Dodici secoli dopo, Giulio II ne decise la demolizione e il primo progetto bramantesco iniziò nel 1506. Altri gli successero nella direzione tra cui Raffaello, fino a Michelangelo al quale dobbiamo il progetto della Cupola. Entro il primo quarto del Seicento la costruzione della basilica era praticamente conclusa, ad opera soprattutto di Carlo Maderno. All’interno ammireremo le decorazioni tutte di proporzioni gigantesche, tra cui i mosaici, utilizzati sia come decorazione delle superfici, che come repliche delle pale d’altare. Famosi tra tutti soprattutto i grandi monumenti, funerari e non, eseguiti dal prolifico Gian Lorenzo Bernini. Tra questi attirerà subito la nostra attenzione il Baldacchino bronzeo, che collocato sotto la cupola sottolinea la presenza dell’Altare Papale, e attraverso il quale intravedremo la Cattedra, in fondo all’abside sempre eseguita dal Bernini. Il nostro percorso inizierà dalla navata destra, sostando sul retro delle murata Porta Santa, ammireremo la Pietà, capolavoro giovanile di Michelangelo.

Terminata la visita, usciremo dalla Basilica nella piazza San Pietro: la gigantesca piazza, enfatizzata dall’abbraccio del colonnato berniniano, al cui centro risalta il plurimillenario obelisco spostato dall’antico circo, luogo del martirio nell’epoca di Nerone. Dalla piazza potremo vedere il tetto della Cappella Sistina sul quale durante il conclave viene collocato il comignolo attraverso il quale passa la famosa “fumata”.

 

Se si vogliono visitare le Stanze di Raffaello occorre fare una deviazione e la visita avrà una durata di 4 ore

Stanze di Raffaello

Al temine della Galleria delle Carte Geografiche Lasceremo, svoltando a sinistra, la Galleria di San Pio V, per iniziare il percorso nel secondo piano del Palazzo Pontificio: attraversate la Sala Sobieski e la Sala dell’Immacolata, ci troveremo finalmente nelle Stanze di Raffaello, che papa Giulio II (1503-1513) fece ristrutturare ed affrescare dal celebre maestro urbinate, anche se il lavori si protrassero ben oltre la morte di entrambi, durante il pontificato di Leone X (1513-1521), concludendosi solo con Clemente VII (1523-1534). 

Inizieremo la visita dalla Sala di Costantino, salone di rappresentanza decorato dalla scuola di Raffaello, con scene che rievocano le vicende dell’imperatore. Nella Stanza di Eliodoro decorata con episodi simbolici che richiamano la protezione di Dio verso la Chiesa, potremo osservare i ritratti dei pontefici committenti del programma decorativo, Giulio II e Leone X. Ben più famosi poi i ritratti, tra cui quello dello stesso autore, nella successiva Stanza della Segnatura, la più celebre, per la presenza della Scuola di Atene, ambientata in una solenne architettura, dove è riunita una folla di pensatori dell’antichità. Passando per la Stanza dell’incendio di Borgo lasceremo gli appartamenti dei pontefici del Rinascimento, per recarci velocemente al piano sottostante. Attraversando l’Appartamento Borgia, così chiamato per Alessandro VI (1492-1503), che agli albori dell’Era Moderna incaricò il Pinturicchio, artefice della sorprendente decorazione. Incontreremo anche opere della Collezione d’Arte Religiosa Moderna, iniziata per volontà di Paolo VI. Giungeremo così alla nostra meta finale: la Cappella Sistina.


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