San Domenico: l’umile servo della predicazione compie 800 anni

La fisionomia spirituale di San Domenico è inconfondibile, tanto che egli stesso si era definito: «umile servo della predicazione».

Alla base della sua vita vi era un preciso programma apostolico: “testimoniare amorosamente Dio dinanzi ai fratelli, donando loro, nella povertà evangelica, la verità”.

A tal motivo fondò l’Ordine dei frati predicatori meglio conosciuti come “domenicani”, che nel corso dei secoli ha fornito alla Chiesa numerosi uomini di cultura, impegnati nella lotta contro l’eresia e nello studio della Sacra Scrittura e della teologia.

A riconoscere il nuovo ordine fu papa Onorio III, che però volle l’adozione di una regola già esistente perciò, Domenico scelse quella di Sant’Agostino, alla quale vennero aggiunti degli statuti; per questo motivo il Santo venne molte volte a Roma. Tanto che tra la fine del 1220 e l’inizio del 1221 abitò nel convento di San Sisto Vecchio a via Appia, luogo  che Onorio III gli aveva donato dopo aver riconosciuto l’ordine dei domenicani. Sempre nel 1221 abitò anche nel convento di Santa Sabina all’Aventino, di nuovo un dono da parte del Papa, dove ancor oggi i fedeli possono visitare la camera in cui dimorò, poiché il papa Clemente IX la trasformò in cappella.

convento santa sabina aventino

Difatti  nell’anticamera su un cartiglio è riportato l’anno e il nome Clemente IX, che fece realizzare la cappella e che era solito passare i giorni della Quaresima nel convento.

Questa cappella barocca è l’ultimo lavoro realizzato da Gian Lorenzo Bernini, in collaborazione con uno dei suoi più famosi collaboratori: Mattia de Rossi.

Mentre Ludovico Giminiani nella parte centrale della volta rappresenta l’ Apparizione della Madonna a S.Domenico che gli consegna il rosario come arma di preghiera e di predicazione.

Apparizione della Madonna a S.Domenico (Ludovico Giminiani)

L’affresco nella lunetta invece si rifà ad un’antichissima tradizione che tramanda come in questa cella si svolse un colloquio tra S.Domenico, S.Francesco d’Assisi e Angelo Carmelitano.

Inoltre, in questa chiesa vi è un altro ricordo legato a San Domenico, tutt’oggi collocato nel chiostro, poiché si tratta una pianta di arancio dolce, che secondo la tradizione domenicana fu piantata dal santo stesso nel 1220. Ed è considerato miracoloso perché, a distanza di secoli, ha continuato a dare frutti attraverso altri alberi rinati sull’originale una volta seccato, tanto che oggi è considerato l’arancio più antico d’Europa.

La leggenda vuole che le cinque arance candite, donate da Caterina da Siena a papa Urbano VI nel 1379, siano state colte dalla Santa proprio da questa pianta.

arance san domenico

Tanti sono i luoghi legati a questo Santo;  non vi è pietra a Roma che non parli di lui e dell’operato del suo Ordine, che tutt’oggi rende viva testimonianza della sua predicazione come “Innamorato di Cristo”.

 

Alessandra Antonucci

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