Giornata mondiale dei nonni

Quest’anno, il 25 luglio, per la prima volta in San Pietro, Papa Francesco, a distanza di un anno e mezzo dall’inizio della pandemia e in occasione della “prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani”,  istituita dal papa, ha ricevuto una delegazione di nonni proveniente dai Centri Sociali per anziani di diverse parti d’Italia. La Giornata ha offerto l’occasione per far riflettere sull’importanza del ruolo che i nonni rivestono nelle nostre vite e nel nostro tempo, nel segno dell’amore e della solidarietà.

Ascoltando alcuni bambini durante l’omelia dei nostri giovani sacerdoti, presso la chiesa della Natività, mi è venuto spontaneo il sorriso, perché mi hanno fatto ricordare di quando ero piccola e come loro mi ponevo le stesse identiche domande: com’era Gesù da bambino? Chi erano i suoi nonni?

Tante domande che nei Vangeli Canonici, pur con toni diversi, parlando di alcuni momenti della vita di quel bimbo speciale e dei suoi genitori, non  danno risposte concrete o se le danno sono comunque insufficienti.  Tuttavia la curiosità sugli anni nascosti di Nazareth, trova risposta nella vasta produzione dei cosiddetti Vangeli Apocrifi (rifiutati dal canone biblico, poiché non ritenuti attendibili, sono tuttavia una testimonianza bellissima della vita del piccolo Gesù e della sua famiglia), in particolare nel Protovangelo di Giacomo (scritto in greco intorno al 150 d. C.) e nel Vangelo dello Pseudo-Matteo (scritto in latino e databile intorno al VIII-IX secolo).

Ben presto alcuni di questi racconti saranno descritti nelle opere d’arte, e gli artisti chiamati per realizzarli studieranno e si ispireranno a tali testi. Uno di questi episodi, forse il più significativo, è la “Presentazione di Maria al Tempio”,  che ritroviamo sovente rappresentato sugli altari romani e non.

Primo fra tutti l’altare della seconda cappella di sinistra della Basilica di San Pietro, dov’è custodito un imponente mosaico eseguito nel 1728 da Pietro Paolo Cristofari, che sostituisce il dipinto del 1638 di Francesco Romanelli, oggi conservato nella basilica di santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma.

La “Presentazione” è ambientata sull’ampia scalinata del Tempio in cui s’intravede l’imponente architettura classica. La scena, solenne e al contempo mossa, si incentra sul sacerdote e su Maria bambina con tutt’intorno personaggi raggruppati con sapienza compositiva. Il Sommo Sacerdote inchina il capo in segno di reverenza e fa segno alla piccola Maria di entrare, la Bambina avanza in fretta, per nulla intimorita, lo guarda fisso e con le manine incrociate sul petto sembra già pronunciare il suo:

“Eccomi, sono la Serva del Signore …”

(Lc 1,38).

Nel Protovangelo di Giacomo si narra, infatti, che Maria a soli tre anni, fu portata al Tempio dai suoi genitori Gioacchino ed Anna, per essere consacrata a Dio.

Per questo motivo l’artista pone un’attenzione particolare su quest’ultima informazione, tanto che fa in modo che l’occhio dell’osservatore venga catturato dalle figure dei due anziani genitori: Sant’Anna, che accompagna la figlia con lo sguardo mentre la presenta al sacerdote e, subito dietro di lei, Giacchino che osserva la sua bambina con tanta tenerezza. I due anziani coniugi, nella loro serenità, sono consapevoli che stanno restituendo a Dio ciò che a Lui appartiene, avendo reso fecondo il grembo sterile di Sant’Anna.

Nell’angolo alla nostra sinistra pone, inoltre, una contadina in ginocchio che guarda verso l’osservatore, mentre trae dalla sua cesta le due colombe, chiaro riferimento all’offerta dei poveri per il sacrificio del Tempio, che secondo la tradizione d’Israele doveva suggellare il patto con Dio.

Un’altra stupefacente rappresentazione dell’episodio è tutt’oggi presente nella Chiesa della Santissima Trinità dei Monti. Si tratta di un affresco di Daniele Da Volterra (da tutti ricordato con il soprannome di “Braghettone” avendo posto le braghe ai personaggi del Giudizio Universale di Michelangelo), nel quale l’artista propone un nuovo modo di affrontare lo spazio, passando da un’impostazione piatta della scena ad una struttura basata sulla profondità.

Daniele Da Volterra – affreschi – 1555- Chiesa Santissima Trinità dei Monti -Roma

Ma quello che colpisce realmente è la scala, chiaro riferimento ai quindici ripidi scalini che Maria dovette salire, accompagnata dai genitori Anna e Gioacchino, per arrivare all’altare degli Olocausti, dove l’attendeva il Sommo Sacerdote. Nel portico del tempio questi quindici scalini corrispondevano ai salmi graduali, che il popolo d’Israele cantava quando vi saliva per offrire i sacrifici al Signore.

Tale attenzione per la scala sarà ripresa in una delle formelle che compongono la porta di Bronzo, che Ludovico Pogliaghi, realizzerà nel 1949, per la Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma.

Ludovico Pogliaghi (1949), Il portale in bronzo – particolare

Ma quale era la domanda iniziale?

Chi sono i nonni di Gesù?

 

Ebbene il Protovangelo di Giacomo con l’opera mirabile degli artisti ci ha ampiamente risposto: Gioacchino ed Anna, celebrati nel calendario liturgico il 26 luglio.

 

Alessandra Antonucci

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