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Figlio del Tuono

Che strano soprannome!! Se poi riguarda uno dei Dodici Apostoli e che a definirlo in questo modo sia stato lo stesso Gesù, forse a causa del suo carattere impetuoso, è veramente suggestivo…

Di fatto Giacomo è uno dei tre discepoli più vicini a Gesù Cristo, che non solo presenziò a due dei momenti più importanti della vita del Messia: la “Trasfigurazione sul monte Tabor” e “l’orazione nell’Orto degli Ulivi”, ma fu anche uno dei testimoni sia della chiamata dei primi apostoli, Simon Pietro e Andrea, sia dell’ultimo miracolo operato da Gesù dopo la sua Resurrezione sulle rive del lago di Tiberíades.

Infatti, il ministero di Gesù inizia con la chiamata degli apostoli e pertanto questo episodio è narrato da tutti e quattro i Vangeli in maniera molto sobria poiché ciò che deve emergere è il senso profondo del binomio chiamata e risposta.

Tra le poche opere che illustrano questo episodio, facendo riferimento al vangelo di Luca, abbiamo un cartone dipinto da Raffaello per la realizzazione di un arazzo per la Cappella Sistina oggi conservato nel Victoria and Albert Museum di Londra.

Si tratta della “pesca miracolosa” che grazie all’intuizione del “Divin Pittore” verrà da questi immortalata in maniera suggestiva e del tutto innovativa, tanto da imprimere all’immagine un gesto di eternità. In questo cartone, infatti,  egli rappresenta: Gesù colto mentre, seduto sulla poppa della barca, rivolge a Pietro un gesto di benedizione; Andrea, fratello di Pietro, in piedi sulla prua della barca, incredulo per l’abbondante pesca ha gli occhi fissi su Gesù; Giacomo e Giovanni, i due figli di Zebedeo, sono ritratti intenti ad issare sulla barca le reti cariche di pesci fin quasi a rompersi, mentre il loro padre Zebedeo, sta remando vigorosamente. In primo piano, inoltre, pone tre aironi, essendo questi un antico simbolo di immortalità e quindi preannunzio della futura Resurrezione di Cristo.

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Raffaello, Pesca Miracolosa 1515-1516, Cartone dipinto a tempera oggi conservato presso il Victoria and Albert Museum di Londra (Gran Bretagna).

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Realizzazione in arazzo custodito presso la Pinacoteca Vaticana

Ma quello che emerge immediatamente dall’opera sono le figure, che prevalgono sul paesaggio per facilitare la lettura delle azioni, tanto che i gesti e gli sguardi degli apostoli risultano enfatizzati e si trasformano in uno strumento efficace per condurre l’occhio dello spettatore verso la figura di Gesù.

Egli è l’apostolo a cui si deve l’evangelizzazione della Spagna.

Stando alla Legenda Aurea, dopo l’Ascensione di Cristo, Giacomo intraprese il suo viaggio pastorale che lo condusse sino alla penisola iberica, ma successivamente, forse deluso dallo scarso successo della sua opera di evangelizzazione, ritornò in Palestina dove incontrò il martirio e la morte per decapitazione.

In seguito i suoi resti vennero posti su una nave senza equipaggio ma che, guidata da un angelo, raggiunse le coste della Galizia. Dopo varie vicissitudini, sarà infine seppellito nel luogo su cui oggi sorge la Cattedrale di Santiago de Compostela, una delle opere più belle e maestose della architettura cristiana, oggi meta ininterrotta di pellegrinaggio, dando così origine al “Camino de Santiago..”

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Di fatti, sin dal Medioevo, il ‘Camino di Santiago’ è sempre stato uno delle mete di pellegrinaggio più importanti d’Europa tanto che oggi è stato dichiarato “Patrimonio dell’Umanità” dall’Unesco, ed “Itinerario Culturale Europeo” dal Consiglio d’ Europa.

Ogni anno i festeggiamenti in onore del santo sono stupefacenti ma se poi la festa cade di domenica, come quest’anno, l’evento diventa memorabile poiché  si celebra “l’anno giubilare” con relativa apertura di una “Porta Santa”. Come tutti gli anni santi, fin dalla sua istituzione avvenuta nel 1122, avrebbe la durata di un anno, ma visto il momento particolare che stiamo vivendo Papa Francesco ha stabilito che avrà, per la prima volta nella storia, la durata di due anni e quindi terminerà nel 2022. E avrà come tema:

“Esci dalla tua terra! L’apostolo ti aspetta”

Secondo la tradizione l’apertura solenne dell’Anno Giacobeo si è celebrata il 31 dicembre scorso alla presenza dell’Arcivescovo di Santiago de Compostela, Julián Barrio, che ha aperto la “Porta del Perdono”. 

Come un simbolo della fatica del Cammino, l’arcivescovo di Santiago, colpisce con un martello d’argento, tre volte dall’esterno, il muro che chiude l’accesso alla Cattedrale di Santiago che rimarrà aperta per i 12 mesi successivi e sarà la porta d’ingresso che i pellegrini utilizzeranno per entrare nella cattedrale. Ottenere il giubileo significa avere l’indulgenza plenaria, ovvero il perdono da tutti i peccati, concesso dalla Chiesa.

Mentre  il “botafumeiro” ha di nuovo svolto la sua funzione: si tratta di un incensiere di imponenti dimensioni che si muove nella cupola centrale della Cattedrale. Grazie a un sistema di carrucole e pulegge, otto uomini chiamati “tiraboleiros” fanno oscillare verso le navate laterali e lungo tutta la navata centrale questo grande incensiere che pesa 53 chilogrammi e misura un metro e mezzo. Durante il momento in cui il botafumeiro asperge i fedeli con l’incenso, sospeso a circa 20 metri d’altezza, la sua velocità può raggiungere quasi i 70 chilometri orari e lasciare letteralmente senza fiato gli astanti con il suo volo iperbolico.

Sia San Giovanni Paolo II che Benedetto XVI si sono recati pellegrini a Santiago indossando per l’occasione la famosa mantella dei pellegrini antichi. 

Nell’antichità, infatti, esistevano  dei simboli che indicavano la destinazione o la provenienza del pellegrinaggio, ad esempio:  il ramo di palma veniva usato per segnalare che il pellegrino era stato a Gerusalemme;  una chiave o il sudario indicavano  Roma, mentre  la conchiglia (come si può ben vedere sulla mantella di Giovanni Paolo II), si riferiva a Santiago di Compostela.

Inoltre, questi simboli e la lettera di accoglienza esentavano il pellegrino dal pagamento dei pedaggi e dalle aggressioni di ladri e banditi.

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Ma il Cammino di Santiago non è soltanto un pellegrinaggio, è in realtà un’esperienza di conoscenza con noi stessi e con tutto ciò che ci circonda. È un cammino di introspezione, di riflessione, di crescita e, talvolta, anche di rinascita…è un viaggio che ci segna e cambia per tutta la vita.

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