Santa Marta

Anche il suo nome, che in aramaico significa “signora-padrona”, rispecchia il ruolo che le verrà attribuito nei vangeli, dove per ben tre volte verrà citata.

«Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno.
Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».

(Luca 10, 38-42).

Tali parole, così vere e concrete, pronunciate da Cristo, diventeranno fonte d’ispirazione per diversi artisti che, in diversi momenti storici, la immortalarono ciascuno a proprio modo.

Ma colui che forse, meglio ha saputo rappresentare tale momento, è sicuramente Jan Vermeer, ed è un fatto stupefacente visto che si tratta dell’unica opera a soggetto religioso realizzata da questo artista. Infatti, in quest’opera il gesto di Gesù è esplicito e sembra evocare la sua risposta ai lamenti di Marta, rappresentata mentre porta in tavola una cesta con il pane, chiara allusione all’Eucarestia, trasformandola così nel simbolo della vita attiva. Maria, invece, che è posta in primo piano seduta umilmente di fronte al Maestro in ascolto delle sue parole, con il suo atteggiamento, evoca la vita contemplativa.

Jan Vermeer, Cristo in casa di Marta e Maria Scottish National Gallery, Edimburgo

Marta e Maria rappresentano, dunque, rispettivamente la vita attiva e quella contemplativa, due atteggiamenti questi complementari ma non opposti.

Jan Vermeer, Cristo in casa di Marta e Maria Scottish National Gallery, EdimburgoParallelamente ai Vangeli intorno a questa figura sorsero anche diverse leggende apocrife che diedero vita ad una serie di attributi, quali: l’aspersorio e il secchiello. Si racconta infatti che, grazie a tali oggetti, scacciò il drago che infestava i boschi di Tarascona: metà bestia e metà pesce, il mostro era intento a divorare un uomo, quando fu annientato da Marta, armata di aspersorio e acquasantiera.

A seguito di questa errata interpretazione tali utensili saranno successivamente sostituiti da mestoli e mazzi di chiavi, un chiaro riferimento questo alla cura  della casa e al fatto che oggi la santa è considerata la protettrice delle casalinghe, dei domestici, dei servitori e dei cuochi.

santa marta

Tali attributi, l’aspersorio e il secchiello, sono tutt’oggi descritti in una delle opere più belle dipinte dal Cavalier d’Arpino,  custodita presso il monastero della Chiesa Nuova di S. Maria in Vallicella.

In quest’opera la Santa è posta a tutto campo con i mano gli attributi, ma, anche se ha lo sguardo rivolto verso l’osservatore, ciò che colpisce è l’evento rappresentato sullo sfondo: la “ Resurrezione di Lazzaro” (Gv 11:1-44), uno degli avvenimenti più importanti, che precederà la Passione e Resurrezione di Gesù Cristo.

Ed è proprio in tale circostanza che Marta  professò la sua fede incondizionata:

«Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

Quindi ciò che a prima vista poteva sembrare un semplice dettaglio o una citazione da parte di un’artista,  diventa la più bella professione di fede, mai giunta sino a noi.

 

Alessandra Antonucci

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