A pochi passi dalla stazione Termini il più importante museo di arte romana.
L’edificio che ospita il museo fu costruito tra il 1883 e il 1887, per volontà del padre gesuita Massimiliano Massimo. Il palazzo, che svolse la funzione di collegio d’istruzione fino al 1960, fu poi acquistato dallo Stato italiano. Dopo lunghe operazioni di restauro e di adattamento, fu trasformato in sede museale. Inaugurata nel 1998, ospita su quattro piani sculture, affreschi, mosaici, monete e opere di oreficeria che testimoniano l’evoluzione della cultura artistica romana dall’età tardo-repubblicana all’età tardo-antica (II sec. a.C. – V sec. d.C.).
Al piano terra si possono ammirare una serie di originali greci rinvenuti a Roma.
Al primo piano sono presentati celebri capolavori della statuaria, tra cui il Discobolo Lancellotti, la Fanciulla di Anzio e l’Ermafrodito dormiente, e magnifici sarcofagi, come quello cosiddetto di Portonaccio, con una scena di battaglia scolpita in altorilievo.
Al secondo piano, pareti affrescate e mosaici documentano la decorazione di prestigiose residenze romane, la più suggestiva e meglio conservata: una porzione del Giardino Dipinto della Villa di Livia a Prima Porta.
Nel sottosuolo un’ampia collezione numismatica, oltre a suppellettili, gioielli e la mummia di Grottarossa.
Il museo conserva un grande quantitativo di materiali numismatici che il sottosuolo generosamente restituiva, in forma sporadica o riuniti in gruzzoli; altre varie acquisizioni andarono, nel tempo, ad arricchire i forzieri del Medagliere sino ad arrivare all’odierna consistenza di circa mezzo milione di pezzi tra monete, medaglie, pesi monetali, tessere, oggetti da conio e anche gemme, oreficerie e preziose suppellettili.
Un significativo incremento delle raccolte romane fu esercitato da una serrata politica di acquisti di lotti di monete, effettuati sul mercato antiquario con il precipuo intento di evitarne la dispersione.
Tra i nuclei più significativi per completezza di argomento e quantità di pezzi si evidenziano: